Di Gualtiero Alunni*
Il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, retto da Giovannini, conseguentemente al decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121, convertito in legge 9 novembre 2021, n. 156, ha sciolto e messo in liquidazione la Spa Autostrade del Lazio, poiché non ha provveduto a concludere, con un provvedimento di aggiudicazione, le procedure di gara per l’affidamento della Roma-Latina. E’ stato nominato un commissario liquidatore nella persona dell’avvocato Nicola Maione.
Facciamo due conti?
Per la Roma-Latina, sono stati spesi oltre 100 milioni di euro senza aver posato neanche la prima pietra. Difatti, sono partite le inchieste della Corte dei conti, della Commissione Europea e dell’Autorità di vigilanza sui Lavori Pubblici. Un pasticcio, iniziato nel 2004 dall’allora governatore della Regione Lazio Francesco Storace e proseguito dalle amministrazioni successive. Solo 45 milioni sono stati pagati dalla Regione per i tre progetti presentati, per non parlare dell’accavallarsi di due società nell’affare, prima l’Arcea Lazio Spa sostituita poi dalla Autostrade del Lazio, con il mantenimento dei rispettivi CdA. I vari Consigli di Amministrazione di Autostrade del Lazio, che si sono succeduti dal 2008 ad oggi si sono intascati in media 200mila euro/anno, senza fare nulla! Per non parlare di quelli dell’ARCEA Lazio SpA dal 2004 al 2014, fatta rimanere in vita nonostante la nascita nel 2008 della Soc. Autostrade del Lazio.
Tra il 2015 e il 2017, i giudici della Corte dei Conti non hanno avuto dubbi sul danno erariale di quasi 20 milioni di euro, prodotto con la gestione della progettazione della strada ai tempi della presidenza di Francesco Storace. Nel frattempo è arrivata la prescrizione e a pagare perfino con lo sconto (430mila euro invece di 600mila euro) sarà solo l’ex funzionario della Regione Lazio, De Filippis. Gli altri undici, tra cui lo stesso Storace e l’assessore Gargano nessuno ha mai risarcito lo Stato.
Dopo la costituzione della Soc Autostrade del Lazio, i soci privati della Soc Arcea Lazio, il Consorzio 2050 ricorrono all’arbitrato contro la Regione Lazio. Il collegio arbitrale “accerta e dichiara il diritto del Consorzio 2050 “a vedersi corrisposto l’importo di 41.025.139,19 euro e, condanna la Regione Lazio, a pagare la somma suddetta, oltre agli interessi legali e la rivalutazione monetaria dalla data della domanda e fino alla sottoscrizione del presente lodo, nonché agli interessi legali sulla somma complessivamente risultante”.
La questione etica e di trasparenza
Nel 2015 la “Dama Nera”, Antonella Accroglianò, viene arrestata. Era la quarta direttrice centrale aggiunta, ufficialmente addetta a tutti gli affari amministrativi: una marea di pratiche molto sostanziose dell’Anas, prima stazione appaltante d’Italia. Era dedita al disbrigo delle tangenti, secondo le accuse circostanziate e pesanti che gli hanno rivolto gli inquirenti. Fino ad allora era anche Consigliere d’Amministrazione e responsabile trasparenza di Autostrade del Lazio Spa.
Nel 2017 la professoressa di matematica, Angela Ricci (designata da Zingaretti, Regione Lazio), moglie del Presidente della sezione del Consiglio di Stato che segue i ricorsi delle società coinvolte nella procedura di gara per l’assegnazione dell’appalto, viene nominata nel CdA di Autostrade del Lazio SpA. Denunciata l’incompatibilità, l’anno seguente darà le dimissioni.
Nel 2020 l’avvocato Giovanni Galoppi viene nominato da Zingaretti come Presidente del CdA di Autostrade del Lazio. Il giorno prima della delibera il suo nome è finito nelle carte di un’operazione antimafia, intercettato mentre era al telefono con il principale indagato.
Il nostro movimento è cosciente che il Governo Draghi tenterà di far ripartire l’iter per l’inutile grande opera imposta e devastante. Per questo rimaniamo vigili e rilanciamo le nostre proposte alternative e di buonsenso.
20 Febbraio 2022
- Portavoce Nodi Territoriali del Comitato No Corridoio Roma-Latina